venerdì 12 dicembre 2008

Le conseguenze economiche di Herr Steinbrueck

C'è una straordinaria - e straordinariamente deprimente - intervista a Newsweek a Peer Steinbrueck, ministro delle finanze tedesco. L'economia mondiale si trova in una terrificante caduta a picco, visibile ovunque. Eppure il signor Steinbrueck rimane rigidamente contrario a qualsiasi misura straordinaria che riguarda il fisco, e denuncia Gordon Brown per il suo "Keynesianismo brutale".

Ci si potrebbe chiedere perché dovremmo interessarcene. L'economia della Germania è la più grande in Europa, ma rappresenta solo circa un quinto del PIL dell'UE, ed è solo circa un quarto delle dimensioni dell'economia statunitense. Allora quanto conta l'intransigenza tedesca?
La risposta è che la natura della crisi, in combinazione con l'elevato grado di integrazione economica europea, dà alla Germania un ruolo strategico particolare in questo momento - e il signor Steinbrueck sta quindi facendo una notevole quantità di danni.

Ecco il problema: ci stiamo rapidamente muovendo verso un mondo in cui la politica monetaria ha poca o nessuna forza di trazione: i tassi dei buoni del tesoro negli Stati Uniti sono già pari a zero, e il livello quasi zero prevarrà nella zona euro molto presto. Non rimane altro che la politica fiscale. Ma in Europa è molto difficile avere un'espansione fiscale a meno che non sia coordinata.

Il motivo è che l'economia europea è molto integrata: i paesi europei spendono in media circa un quarto del loro PIL sulle importazioni gli uni dagli altri. Poiché le importazioni tendono a salire o scendere più rapidamente del PIL nel corso di un ciclo economico, questo probabilmente significa che qualcosa come il 40 per cento di tutti i cambiamenti della domanda finale "fuoriesce" attraverso le frontiere tra stati europei. Di conseguenza, il moltiplicatore sulla politica fiscale in un dato paese europeo è molto inferiore al moltiplicatore su un'espansione fiscale coordinata. E a sua volta significa che il trade-off tra deficit e sostegno all'economia in un momento di difficoltà è molto meno favorevole per un paese europeo singolo che non per l'Europa nel suo insieme.

Si tratta, in breve, del classico esempio del tipo di situazione in cui il coordinamento delle politiche è fondamentale - ma non si avrà coordinamento se i responsabili politici della più grande economia europea si rifiutano di collaborare.

Se la Germania impedisce una risposta europea efficace, questo aumenta in maniera significativa la gravità della recessione globale.

È in atto un enorme effetto moltiplicatore; purtroppo, ciò che sta facendo però è moltiplicare l'impatto dell'attuale stupidità del governo tedesco.


Tratto da:
The economic consequences of Herr Steinbrueck di Paul Krugman su New York Times, 11 dicembre
Tradotto da Thomas Carraro

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